Casa digital del escritor Luis López Nieves


Recibe gratis un cuento clásico semanal por correo electrónico

Il divertentissimo venditore di pistole

[Traducción de Pamela Cologna]


Luis López Nieves

Quando Rodrigo Huertas aprì gli occhi la mattina del 24 ottobre, capì subito di avere esaurito tutte le alternative tranne una: il suicidio. Rimase ancora qualche minuto nel letto a osservare ogni dettaglio del corpo nudo di sua moglie: i seni ancora turgidi, le cosce forti, le spalle lisce come la seta che tante volte aveva accarezzato con piacere genuino. Ma erano più di due anni che Rodrigo Huertas era incapace di sorridere, di godere dei piaceri della vita; non riusciva nemmeno a fare l’amore, malgrado la bellezza della moglie. Le accarezzò la schiena, i glutei che lo avevano eccitato per tanti anni ma, accortosi ancora una volta di non sentire nulla, decise all’improvviso, sebbene con una certa tristezza, che era giunto il momento: doveva suicidarsi quel giorno stesso. Prima, però, l’avrebbe ammazzata. Non poteva di certo lasciarla viva: una vedova bella e sensuale, con una fortuna da sperperare insieme ad altri uomini; la sola idea lo faceva impazzire. Avrebbe messo fine a tutto una volta e per sempre: la vita non valeva nulla.

Quella mattina, dopo che lei era andata al lavoro, mise in ordine le sue carte e fece testamento olografo lasciando tutto a sua madre. A mezzogiorno mangiò aragosta nel suo ristorante preferito, poi entrò nell’Armeria San Judas. Benché fosse vuota, a bassa voce disse al venditore di pistole che desiderava comprare la migliore e la più cara di tutte. L’armaiolo gli indicò una Magnum .357 nichelata, che, su velluto nero, giaceva sola sul secondo ripiano della vetrina.

«È impossibile trovare un’arma più micidiale di questa, signore. In tutto il mondo, sull’intero pianeta, non esiste pistola migliore. La prendo subito dalla vetrina e gliela faccio sentire. O se vuole la chiamo e viene da sola. Certo, certo, signore, è solo una battuta. Non si offenda, eh? Mi piace scherzare. Ecco, così può sentire il peso e quanto è bilanciata. E dica, le serve per andare a caccia? Per proteggersi dai delinquenti? O forse vuole uccidere sua moglie? L’ha trovata con un altro? Ma sì, signore, è una battuta; solo una battuta, beninteso. A noi non interessano certo queste cose. Veramente lei non sembra nemmeno sposato. Lo è? Ma è così giovane! Dica la verità, è stato un matrimonio combinato? ¿L’hanno fatta sposare che era ancora un bambino? Ah, ah. Su, non sia così serio. È che la vita mi piace godermela. Ah, ah. Eccola qui, la senta, la accarezzi. È così giovane, non riesco a crederci! Come la vede? Abbiamo ogni tipo di pallottola, sa. Addirittura d’argento, per ammazzare l’Uomo Lupo o Dracula. Le abbiamo comprate dal Ranger Solitario quando è andato in pensione. Ah, ah. È facilissima da pulire. Bastano pochi secondi per smontarla. Che gliene pare? Perché l’apparenza va tenuta in conto. Ho sempre detto che un’arma è l’ultima spiaggia, non crede? Guardi come sembra feroce. Perché can che abbaia non morde… ma fa casino. L’ha capita? Non morde ma fa casino. Ah, ah. È una barzelletta che mi ha raccontato ieri sera il pupo. Ah, ah. È proprio spiritoso, questo ragazzo mio, tale e quale a suo padre. Ah, ah. Ma qui da noi si dice che l’apparenza non inganna. La pistola non solo sembra feroce, lo è davvero. Fa paura solo a guardarla, sa. Mettiamo che si trovi faccia a faccia con un bandito e gli dica “non ti muovere o ti faccio saltare il cervello a quel paese”, quello se la fa addosso, glielo garantisco. Perché con le piccole, una .22 o che so io, ti guardano e si mettono a ridere. Ma quando vedono questa bestiolina si buttano per terra a piangere, a supplicare, a recitare preghiere e persino a declamare le poesie di Bécquer, glielo assicuro. Ah, ah. Non ci faccia caso, sa. È bello sorridere di tanto in tanto. Questa bestiaccia si fa rispettare già solo per l’aspetto. L’abito fa la pistola, vede? Ah, ah. E per suicidarsi non c’è arma migliore. Guardi, è facilissimo. Il manuale delle istruzioni spiega appunto come farsi saltare da soli il cervello. Ah, ah. Balle, sono battute che faccio io. Ma per questo non c’è bisogno di istruzioni. Allora, uno si sistema la canna qui, sulla tempia, così, e poi preme il grilletto…

La fiammata accecò Rodrigo Huertas. Il cervello dell’armaiolo schizzò sul soffitto e sulle pareti, e si sparse per tutta la vetrina prima che il corpo, con un buco enorme sopra l’orecchio destro, cadesse sul pavimento. Quando il fumo si diradò e Rodrigo Huertas si rese conto di ciò che era successo, non riuscì a trattenere la voglia di ridere. Rise a squarciagola. Rise come non faceva da oltre due anni. Rise fino a perdere quasi il respiro, fino a piegarsi in due, fino a sentire dolore di stomaco e lacrime salate nella bocca. Rise per il resto della sera a casa, mentre aspettava sua moglie con un forte desiderio di vederla, mentre ascoltava musica e ballava nel salotto per la prima volta dopo più di due anni. Aprì le finestre e lasciò entrare il sole. E continuò a ridere anche quella notte mentre faceva l’amore; e il riso era talmente contagioso che anche sua moglie cominciò a ridere, risero entrambi, e si baciarono ridendo, si amarono ridendo, e quella notte non riuscirono a dormire perché ogni volta che a Rodrigo Huertas veniva in mente il divertentissimo venditore di pistole, gli saliva su un desiderio irrefrenabile di ridere e di piangere e di aggrapparsi ai diletti dell’amore.

FIN


Véase versión original


“Il divertentissimo venditore di pistole”, Antologia I ed. Premio di Traduzione “Le mie parole altrui”, AA.VV., Giovane Holden Edizione, Italia, 2007. (“El comiquísimo vendedor de pistolas” traducido al italiano por Pamela Cologna.)


Volver a Algunas traducciones de cuentos de Luis López Nieves disponibles en Internet



Más Luis López Nieves - Traducido de Luis López Nieves